Athos: i colori della fede – Mostra fotografica di Stratos Kalafatis a Torino

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L’Associazione culturale Piemonte-Grecia “Santorre di Santarosa”, in collaborazione con la Fondazione Ellenica di Cultura – Italia e l’Associazione Culturale “Palazzo Saluzzo Paesana”, organizzano a Torino la mostra del pluripremiato fotografo greco Stratos Kalafatis dal titolo “Athos: i colori della fede”.

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La mostra, una produzione della Fondazione Culturale della Banca Nazionale Greca, viene inaugurata in presenza dell’artista domenica 20 settembre alle 18.00 presso il Palazzo Saluzzo Paesana (Via della Consolata, 1bis). Rimarrà aperta fino al 25 ottobre 2015 ed è organizzata nell’ambito del Festival “Torino Spiritualità”, mentre nell’’ambito della mostra sono state programmate altre manifestazioni parallele. La mostra è a cura di Afroditi Oikonomidou e di Enrico Debandi, produttori di eventi culturali e curatori di mostre. Ha il patrocinio della Fondazione Ellenica di Cultura, dell’’Ambasciata di Grecia a Roma, della Regione Piemonte e del Comune di Torino, con la gentile sponsorizzazione di Minoan Lines e Aegean Airlines.

Il fotografo greco Stratos Kalafatis ha dedicato cinque anni del suo lavoro all’esplorazione e la conoscenza del Monte Athos, dei paesaggi, dei monasteri, ma soprattutto degli uomini che lo abitano. Ci sono volute 25 visite, un totale di 200 giorni di pellegrinaggi fotografici tra il 2008 e il 2013, per arrivare ad una profonda comprensione di questo mondo di clausura e spiritualità, che viene svelato attraverso le 120 immagini che compongono la mostra “Athos, i colori della fede”.

“Il Monte Athos è difficile da fotografare: non tanto perché resiste al carattere laico della fotografia, ma piuttosto perché ha bisogno di tempo per essere svelato. Da più di mille anni rimane nascosto dietro una pittoresca semiologia, un folklore sentimentale, dietro interpretazioni mistiche e rivelazioni miracolose. È un mondo fatto di silenzio e di mistero, un luogo sospeso, in bilico tra passato e presente, tradizione e libertà, forza e debolezza, tra il buio e la luce. E non è semplice superare la sua storia poderosa, la sua religiosità esasperata e creare immagini che rispettano il luogo senza ledere l’autonomia creativa del fotografo.”

Attraverso uno sguardo più spirituale che estetico, le immagini di Kalafatis riescono a trasmettere l’’essenza di questo posto unico, descrivono la storia e la tradizione millenaria, documentano la natura rimasta quasi incontaminata e la bellezza selvaggia del paesaggio. Ma la sensibilità del fotografo si rivolge al profondo, si ferma sui volti, sui dettagli della vita quotidiana, sulla lentezza del tempo, sul contrasto tra la ricchezza interiore e la povertà ascetica. Elementi che si combinano a forme e linguaggi del tutto contemporanei, per costruire un racconto insolito di Monte Athos secondo un personalissimo stile, fedele ai principi fotografici dell’autore.

“Sul Monte Athos non nascono vite umane”. Questa costatazione di Stratos Kalafatis richiama una delle particolarità più significative di Monte Athos, il famoso “Avaton”, il divieto assoluto di accesso alle donne. La stessa frase segna i mondi interiori che il fotografo sceglie di raccontarci e i ritratti dei loro protagonisti che rivelano fede profonda, bisogno o disperazione. In questo mondo dominato dai maschi, le storie di Kalafatis si dispiegano su una gamma cromatica ben più ricca rispetto al nero rigoroso del saio monastico. Il risultato è un Monte Athos dipinto con colori brillanti, a volte abbaglianti e ipersaturi, in modo da ottenere un forte contrasto, un chiaroscuro denso, che ci rimanda alla pittura del Caravaggio o di Rembrandt.

Descritto così, il centro del Monachesimo Cristiano Ortodosso, alla fine del primo decennio del XXI secolo diventa un anello della lunga catena di documentazioni fotografiche dello stato monastico. Il primo fotografo ad arrivarci è stato Sebastianof che, nel 1860, ha prodotto circa 40.000 scatti su lastra di vetro. Sono seguiti, nel XX secolo, dei nomi illustri come Stephane Passet e Fred Boissonnas, oltre ad una serie di famosi fotografi Greci negli anni ’50 e ’60, come Takis Tloupas, Kostas Balafas, Spyros Metletzis. Kalafatis ha subìto, come molti altri fotografi prima di lui, il fascino singolare e irresistibile del Monte Santo dell’’Ortodossia e ha tentato di catturare la vita monastica da una nuova prospettiva proponendo una versione inedita del più spettacolare complesso monastico d’Europa. Non è stato un turista, né tantomeno un fotografo invadente. Ha visitato il Monte Athos con estremo rispetto, si è avvicinato ai monaci gradualmente, ha parlato con loro, è stato ospite nelle loro celle, ha accettato la loro benedizione e i loro doni. E alla fine si è guadagnato la loro fiducia e ha avuto il permesso di immortalarli con la macchina fotografica. Ma “non mi è stato consentito di fotografare all’interno delle chiese, durante le funzioni, né i cimeli che sono considerati proprietà spirituale dei monasteri. Questo in fondo è il vero Avaton del Monte Athos”.

Breve nota biografica dell’artista
Nato nel 1966 nella città di Kavala nel Nord-Est della Grecia, Stratos Kalafatis ha studiato fotografia all’Art Institute di Philadelphia, USA. Dal 1993 ha realizzato numerosi progetti fotografici come: Immagini archetipe, Diario 1998-2002, Saga, Arcipelago, Athos-I colori della fede. Ha ricevuto numerosi premi internazionali e ha partecipato ad importanti mostre manifestazioni culturali come la Biennale di Architettura di Venezia (2006). Vive a Salonicco, lavora come fotografo e insegna fotografia creativa. www.stratoskalafatis.com

Eventi collaterali:

• Il Sacro senza tempo
Tavola rotonda nell’ambito di Torino Spiritualità 2015, per approfondire il tema del monachesimo e dell’ascetismo. “Ci sono luoghi che sopravvivono come forme eterne dentro un tempo volatile. Sono gli spazi del sacro: monti, monasteri, eremi e chiostri protetti da una inviolabilità millenaria, punti di congiunzione fra terra e cielo in cui la materia si fa sottile e il panorama esteriore si dissolve nella visione interiore”. 25 Settembre, ore 15.30, Circolo dei Lettori, Sala Grande. Interverranno Enzo Bianchi, Priore del Monastero di Bose, Frate Antonio Belpiede, Procuratore Generale Dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, Giorgio Boatti, scrittore, Protopresbitero Iossif Restagno, Stratos Kalafatis.
•Concerti di Musica Bizantina e Lezioni sull’Arte e la Storia Bizantina
Per il pubblico interessato ad avvicinarsi di più al Monte Athos e alla sua cultura si terranno
due lezioni sulla Storia e l’Arte Bizantina e due concerti di musica sacra Bizantina eseguiti da Irini Pasi Ensemble, Palazzo Saluzzo Paesana, date da definire.

Scheda sulla sede espositiva: Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo Paesana
Il Palazzo dei Marchesi Saluzzo di Paesana fu realizzato da Gian Giacomo Plantery fra il 1715 e il 1722 per volere di Baldassarre Saluzzo di Paesana ed è il più vasto ed articolato palazzo Nobiliare della città di Torino. In esso sono integrate esigenze di decoro, funzioni di rappresentanza e sfruttamento razionale delle parti d’affitto. L’Appartamento Padronale dei Saluzzo, che conserva ancora oggi arredi e decori settecenteschi tra cui spiccano le volte affrescate e le sovrapporte di Domenico Guidobono, è stato destinato dall’attuale Proprietà a spazio a disposizione per eventi culturali, privati e aziendali, nello stesso spirito della famiglia dei Saluzzo di Paesana, che già all’epoca esplorava le avanguardie artistiche al di fuori dai codici morali imposti dall’’etichetta nobiliare settecentesca.

“Athos, i Colori della Fede” di Stratos Kalafatis
Cura: Afroditi Oikonomidou e Enrico Debandi
Durata mostra: dal 20 Settembre al 25 Ottobre 2015
Sede: Palazzo Saluzzo Paesana, appartamento padronale
Via della Consolata 1bis, Torino
www.palazzosaluzzopaesana.it
Ingresso libero
Orario di apertura:
da martedì a sabato dalle 15.00 alle 19.00, domenica dalle 11.00 alle 19.00 o su appuntamento telefonando al numero 347 0103021
Inaugurazione: Domenica 20 settembre 2015, ore 18.00
Catalogo: edizioni Agras, introduzione di N. Xidakis (attuale Ministro della Cultura Greco)
Contatti: Afrodite Oikonomidou – afrodite.contact@gmail.com