La voce delle donne greche: parole, versi, musica: Una serata musico-letteraria

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In questa manifestazione si ripercorre la storia della letteratura delle donne greche durante i secoli e si intendono svelare dei segreti della scrittura di alcune delle più conosciute fra loro.

La prima voce femminile nella storia della letteratura greca è stata quella di Saffo, nata nel VII sec. a. C. nell’isola di Lesbo. Saffo, la “decima musa” come l’ha chiamata Platone, di cui si sono salvati frammenti delle poesie d’amore. Dopo di lei c’è stato un lungo silenzio fino al IX sec. in cui incontriamo Kassianì, l’unica donna poetessa distintasi nel periodo bizantino di cui abbiamo degli epigrammi in metro giambico e inni di adorazione. Questo silenzio si è prolungato fino al XIX secolo in cui si presentano Evanthia Kairi e Elisabet Martinengu. Nel XX secolo con il riconoscimento dei diritti civili delle donne, la loro voce inizia ad essere sentita e timidamente si sono affacciate nell’ambiente della scrittura, prima in prosa e in seguito in poesia. Fra le prime prosatrici ricordiamo, Galatia Kazanzaki, Elli Alexiu, Melpo Axioti, e Didò Sotiriu. Nella poesia ricordiamo Emilia Dafni, Mirtiotissa, Maria Poliduri, Zoi Karelli, Melissanthi. Nel periodo del Dopoguerra le donne continuano a partecipare attivamente alla vita politica e sociale della Grecia esprimendo i loro sentimenti e le proprie opinioni, usanto un linguaggio personale. Scrivono in prosa o in versi che in seguito vengono musicati da compositori donne o uomini.
La manifestazione è stata curata dalla dott.ssa Maria Kassotaki, esperto linguistico di lingua neogreca dell’Università di Trieste, ed è stata presentata il 1 dicembre 2014 nella Sala Giubileo dell’Albergo “Filoxenia”. Le poesie sono state cantate dagli artisti italiani Irene Brigitte (voce), Giovanni Settimo (chitarra), Andrea Monterosso (violino), Andrejka Možina (violoncello), Petros Palmos (buzuki) e dal coro multietnico “Messoghios” diretto dal maestro Ioanna Papaioanu. Le poesie sono state lette dagli studenti della Scuola di Lingua Neogreca della Comunità Greca di Trieste.

L’incontro musico-letterario è stato organizzato dall’ Università di Trieste-Lingua Neogreca, La Comunità Greco-orientale di Trieste e la Fondazione Ellenica di Cultura in collaborazione con il “Festival Internazionale della Poesia a Trieste” e l’Associazione culturale “Club Anthares” ed era patrocinato dal Ministero di Cultura Greco.

Il programma comprende le seguenti poesie:
1. Ti amo, versi: Mirtiotissa (1885-1968), musica: Manos Chatzidakis 1972, nel disco Poesie d’amore (nella raccolta Fiamme gialle).
2. Perché mi hai amato, versi: Maria Poliduri (1902-1930), musica: D. Papadimitriu 1996 (nella raccolta Trilli che muoiono, trad.: F.M. Pontani, in Poeti greci del novecento, Mondadori, 2010)
3. Girovagando, versi: Kikì Dimulà (1931), musica: Thanos Mikrùtsikos (nella raccolta Erebo, 1956)
4.Serenata, versi: Marianina Kriezì, musica: Lakis Papadòpulos 1984
5. La salvezza dell’anima, versi: Lina Nikolakopulu, musica: Stamatis Kraunakis 1985
6. Sono Mary, versi : Sotia Tsotu, musica: Alexis Papadimitriu 1986
7. Il tango di Nefeli, versi: Charis Alexiu, musica: Loreena McKennit 2004
8. Ti chiamo Gònghila, versi: Σαπφώ, musica: Manos Chatzidakis 1972, nel disco Poesie d’amore.

ΜIRTIOTISSA (1885 -1968)
Mirtiotissa è lo pseudonimo di Theoni Drakopulu, nata a Costantinopoli. La famiglia nel 1891 si era trasferita a Creta, che in quel momento era sotto il dominio turco, in quanto il padre era stato incaricato console della Grecia a Creta. Dopo due anni la famiglia si trasferì ad Atene dove Theoni fece gli studi. Oltre alla poesia era interessata al teatro e partecipò da attrice a molte rappresentazioni. Gli studi sul teatro li proseguì a Parigi, dove si era trasferita dopo il matrimonio. Dopo lo scioglimento del matrimonio ritornò in Grecia e lavorò come insegnante al Conservatorio di Atene. Il suo incontro sentimentale con il poeta Lorenzo Mavili è stato determinante per la sua poesia. Molto importante è stata anche la sua amicizia col poeta Kostìs Palamàs. Nel 1919 fu pubblicata la sua prima raccolta poetica col titolo Canzoni (Τραγούδια). E’ stata premiata nel 1932 per la raccolta I doni dell’amore (Τα δώρα της αγάπης) e nel 1939 per Urla (Κραυγές). In seguito alla precoce morte del figlio, pubblicò nel 1962 il libro Giorgio Papàs durante la sua infanzia (Ο Γιώργος Παππάς στα παιδικά του χρόνια). La sua poesia è pregna di lirismo, mentre gli argomenti che tratta riguardano la natura e il binomio eros-thànatos.

Maria POLIDURI (1902-1930)
Nacque a Kalamata e dopo aver studiato entrò a lavorare nel pubblico impiego. Dopo l’improvvisa morte di entrambi i genitori iniziò a studiare Legge. Durante questo periodo conobbe il poeta K. Kariotakis con il quale ebbe una storia d’amore tormentata che finì nel 1924. Il suo amore per il poeta non finì neppure durante il suo soggiorno di 2 anni a Parigi (1926-1928). Il suicidio di Kariotakis nel 1928 fu un duro colpo per lei. A Parigi si ammalò di tisi e dopo due anni morì ad Atene. Pubblicò le raccolte Trilli che muoiono (Οι τρίλλιες που σβήνουν, 1928) ed Eco nel caos (΄Ηχος στος χάος)(1930). Ha lasciato 2 opere in prosa, il suo Diario e una novella senza titolo in cui critica il conservatorismo e l’ipocrisia della sua epoca. Poliduri appartiene alla generazione del ’20 che ha elaborato il sentimento dell’insoddisfazione e della decadenza. Anche lei ha trattato gli argomenti amore-morte. Le sue poesie presentano un lirismo spontaneo. Molti fatti della sua vita sembrano trascritte dal suo Diario in un linguaggio poetico. Molte sue poesie sono state musicate da grandi compositori greci.

Kikì DIMULA’ (1931-)
Kikì Dimulà è nata ad Atene nel 1931. Il suo nome è Vasilikì Radu. Dimulà deriva dal nome di suo marito, il poeta Athos Dimulàs. Ha lavorato presso la Banca Nazionale dal 1949 al 1973. Dal 2002 è membro dell’Accademia di Atene. Ha vinto 2 volte il Premio Nazionale di Poesia (1972 e 1989). La sua prima pubblicazione poetica risale al 1952 con la raccolta Poesie. E’ stata tradotta in molte lingue. Appartiene alla generazione dei poeti del II dopoguerra chiamata anche “generazione perduta” perché sopporta il peso della II Guerra mondiale e in seguito della Guerra Civile. I poeti di questa generazione sono critici nei confronti della poesia impegnata politicamente. Delusi da tutto ciò che è sociale e politico, si chiudono spesso in loro stessi e hanno un atteggiamento riflessivo e interiorizzante. La poesia di Dimulà è caratterizzata da originali metafore, dall’amara ironia in un monologo interiore ossessivo e monotono. Il suo mondo interiore parla il linguaggio del quotidiano. Le immagini nascono spesso dalla parola, nascono dentro la lingua. Il tempo della Dimulà non ha mai connotati positivi, è un tempo che rende opaco il ricordo, che lo allontana, è un tempo portatore di vecchiaia, di perdita, di morte.

Sòtia TSOTU (1942 -2011)
E’ nata a Livadià e il suo cognome originario è Kranioti. La famiglia Kranioti fu perseguitata dai tedeschi: il padre fu ucciso e la madre risultò dispersa in seguito all’incendio della casa (fu ritrovata viva nel 1950). La piccola Sotia di 2 anni fu adottata dalla famiglia Tsotu che l’ha cresciuta. Lavorò come giornalista dall’età di 18 anni e studiò all’Università Pandio e alla scuola di teatro. Durante la dittatura è stata arrestata e tenuta in prigione parecchie volte. In prigione ha scritto delle canzoni che in seguito l’hanno resa famosa: “Magari tornasse di nuovo il 1921″(Νά ‘τανε το ’21), “Fratello, lascia perdere” (Βρε δε βαριέσαι αδερφέ). Ha vissuto una vita tranquilla senza apparire pubblicamente. E’ famosa nel mondo della musica greca per la sua attività di paroliera, in particolare, come collaboratrice di K. Chatzìs nella creazione di canzoni di protesta durante la Dittatura. Le sue erano canzoni d’amore e di impegno sociale.

Lina NIKOLAKOPULU
E’ nata a Methana nel 1957. Ha studiato Scienze politiche ma parallelamente ha seguito corsi di cinematografia, di regia e di chitarra classica. Il suo nome è collegato al compositore S. Kraunakis con cui collabora dagli anni ’70. Nikolakopulu è una delle più prolifiche scrittrici di versi adatti ad essere musicati. I suoi versi sono particolari. I temi dei suoi componimenti sono prevalentemente sociali ma anche d’amore. Ama creare neologismi e immagini intense molte volte surreali. Si è occupata di teatro scrivendo testi per varietà oltre che testi per il coro in commedie e tragedie antiche (Lisistrata, Plutos, Le troiane). Ha curato le prime rappresentazioni musicali in Grecia costituite da programmi musicali nei quali la canzone è diventata rappresentazione con regia, scenografia, luci e suono. Molte delle sue canzoni sono state tradotte in diversi paesi: Israele, Turchia, Germania, Olanda, Svezia, Norvegia, Francia e Spagna. Nel 1991 è stata pubblicata la raccolta dei suoi versi del decennio ’80 -’90 col titolo “Per esteso” (Ολογράφως).

Marianina KRIEZI’
Marianina Kriezì è nata ad Atene. Ha studiato Letteratura inglese e Decorazione-Scenografia alla Facoltà di Belle Arti. Ha vissuto per alcuni anni a Parigi e tornata in Grecia ha lavorato per la radio (III programma). In questa sede ha scritto le canzoni destinate al programma “Qui Lilliput” per piccoli ascoltatori. La maggior parte delle canzoni sono considerate canzoni per ragazzi anche se originariamente erano state scritte come testi di satira politica e sociale del periodo. Di lei hanno scritto che “ha uno stile personale che è caratterizzato da un’ adulta infantilità e uno sguardo ottimista a vedere le cose”. Kriezì riesce a descrivere la malinconia, la solitudine e la difficoltà dei rapporti umani attraverso versi immediati, semplici e umoristici. Ha collaborato, e continua tuttora a farlo, con moltissimi compositori famosi.

Charis ALEXIU
Charis Alexiu, pseudonimo di Charìklia Rupàka, è nata a Tebe nel 1950. E’ conosciuta generalmente come cantante, è anzi una delle più famose cantanti greche degli anni ’70. In questa occasione, però, ci interessa il suo percorso come autrice di versi. Come tale la incontriamo per la prima volta nel 1978 con “Ne ho abbastanza delle buffonate” (Βαρέθηκα τα χωρατά) nel primo omonimo disco di V. Papakostandinu. Due anni dopo ci sorprende con “Me ne vado” (Φεύγω) che è diventata la canzone di una generazione. Con la “Ballata di Ifigenia” del 1984 la Alexiu ci dà un rendiconto della sua vita dal 1959 fino al 1975. Con questa canzone si consacra nell’ambito dei cantautori.
Da allora ha scritto e continua a scrivere canzoni che riguardano la sua vita, il suo amore, la passione e in seguito la sua solitudine. Non è indifferente anche ai problemi sociali.